A volte soffia il Khamsin-Egitto

In viaggio da TEN OF RAMADAN in una caldissima giornata di luglio, prigionieri dei ripetuti ingorghi per attraversare citta del Cairo. Nell’aria odore di benzina che con il caldo rende l’aria irrespirabile.

Si è dentro la nuvola di smog marrone che all’orizzonte  avvolgeva  come una  cappa la citta. Ad il Cairo è chiaramente visibile dal colore che hanno gli edifici l’effetto dell’inquinamento da smog. La plastica fiorisce l’ungo le strade di periferia . Per evitare il nuovo ingorgo l’autista cambia percorso. Transita di fianco ai resti di un acquedotto romano di cui gli archi sono  inglobati  in parte anche nelle mura della citta vecchia. Al che decido di visitarla e bere una bibita fresca.

Attraverso la porta di Bab al Futuh entro nella citta vecchia cinta ancora in parte dalle antiche mura, i poliziotti di guardia danno il benvenuto. Nell’acquistare da bere un abitante del posto che compra un panino saluta ,comincio a chiacchierarci. Si chiama Mohamed, mi ha scambiato per un giornalista. Chiacchieriamo un po’. Racconta che è nato nella vecchia Cairo tanto tempo fa, artigiano,  da generazioni la sua famiglia lavora il metallo mi invita alla bottega.

Ora nelle strade il via vai di gente in attività aumenta. All’imbrunire si sta più freschi e la gente esce di casa per gli acquisti. Ambulanti, facchini, garzoni di fornai in bicicletta che in un precario equilibrio trasportano appoggiati sulla testa pianali di pagnotte e lasciano una scia di odore di pane fresco nell’aria.La gente è vestita con abiti tradizionali. In certe viuzze molto strette e senza  automobili  si ha l’impressione di fare un salto indietro nel tempo come certe scene di illustrazioni e quadri di David del periodo Napoleonico. Concludo l’escursione con la visita alla moschea locale, dal cui minareto si gode la vista della citta dorata dai caldi raggi del sole al tramonto.

(Clicca sulle foto per ingrandirle)

 

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